"Il codice degli appalti è stata una rivoluzione copernicana, solo che si è fatta marcia indietro su molte cose e non si è data la possibilità di attuarlo. Credo che fosse una buona riforma e il fatto di andare avanti e indietro è un classico del nostro Paese".

Così il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone risponde, nel corso di un'intervista televisiva, alle polemiche che si sono sollevate nei giorni scorsi.

Polemiche che riguardano la cancellazione, da parte del Consiglio dei ministri, del comma del codice degli appalti che permetteva all'Anac di intervenire in tempo reale sulla gestione delle gare da parte delle amministrazioni, intimando ai dirigenti di correggere in corsa gli atti o le procedure considerate illegittime.

In seguito alle polemiche il primo ministro Paolo Gentiloni ha promesso che quel comma verrà reintrodotto, ma intanto Cantone denuncia una vera e propria retromarcia che non consente all'Anac di attuare a pieno il codice degli appalti.

Il presidente dell'Anac ha parlato anche della Rai e delle nomine nella tv di Stato, definendola il suo "più grande insuccesso". "Sulle assunzioni abbiamo ricevuto solo risposte formalistiche - dice il magistrato napoletano - e in audizione Campo Dall'Orto (direttore generale della Rai, ndr) ha risposto solo in modo parziale. Abbiamo trasmesso l'informativa alla procura della Repubblica che sta indagando".

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