Col prezzo del latte ridotto ad appena 50 centesimi al litro gli allevatori non hanno più risorse per poter alimentare il bestiame.

Per far fronte a questa emergenza chiedono alla Regione di destinare l'uno per cento del bilancio per comprare il mangime a tre milioni e mezzo di capi ovini e caprini di tutta l'Isola e salvare così un intero comparto dall'inevitabile tracollo.

Riparte da Sindia la protesta del movimento dei pastori che, capeggiati da Felice Floris, annunciano una marcia su Cagliari per chiedere quanto è stato deciso nell'assemblea di stamattina, dove sono arrivati delegazioni di pastori da quasi tutta la Sardegna.

"Con il latte pagato a 50 centesimi al litro non possiamo far fronte alle spese per il sostentamento del bestiame", dice Francesca Del Rio, maestra elementare prestata alla pastorizia. "La situazione è drammatica".

C'è rabbia e c'è disperazione nella sala: i pastori esprimono il loro malcontento e minacciano di lasciar morire di fame il bestiame. Una situazione che sta facendo ricompattare il Movimento dei pastori di Felice Floris, che dice: "Qualsiasi altra categoria avrebbe preso in mano armi e bastoni per scendere in piazza, noi però crediamo nelle istituzioni e a loro ci rivolgiamo, dicendo che il nostro comparto e l'indotto rappresentano l'economia portante dell'Isola. Che fare? I pastori non ce la fanno più. Oggi abbiamo deciso di portare avanti una battaglia e tutti siamo pronti a qualsiasi iniziativa".

Così l'assemblea ha deciso di marciare su Cagliari.
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