Karim Cheurfi, il killer degli Champs Elysées, era già noto alla polizia, che odiava e voleva colpire.

Prima di ieri sera, il 39enne aveva più volte dimostrato, lontano da qualsiasi contesto terroristico, risentimento contro le forze di sicurezza.

Un primo episodio risale al 6 aprile del 2001. Quel giorno, Cheurfi - appena 23enne - e già conosciuto per piccoli reati, venne sorpreso a guidare una vettura rubata a Roissy-en-Brie (Seine-et-Marne).

Nel tentativo di fuggire si schiantò contro un'altra vettura, sulla quale viaggiavano un giovane poliziotto e il suo fratello minore. Incuriositi dalla targa che sembrava falsa, i due uomini decisero di seguire l'auto, che dopo aver sbandato finì in un fosso. A quel punto scattò un conflitto a fuoco in cui l'agente rimase ferito, mentre Cheurfi venne arrestato.

Due giorni dopo, l'8 aprile, mentre si trovava in stato di fermo in commissariato riuscì a sottrarre una pistola a un poliziotto e a sparargli, ferendolo gravemente. Il 9 aprile venne incriminato per tentato omicidio e nel 2003 condannato a 20 anni di reclusione, ridotti a 15 anni in appello nel 2005.

Dodici anni dopo, troviamo l'uomo a Chelles (Seine-et-Marne), dove si dedica ufficialmente alla vendita di capi di abbigliamento in un mercato.

Anche a febbraio era stato fermato e poi rilasciato.

Continuando a odiare la polizia. Fino all'attacco di ieri sera.
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