La chiusura della Città del Sole di Cagliari continua a far parlare.

Dopo il cartello comparso all'ingresso del negozio martedì pomeriggio ("Informiamo la clientela che il negozio è chiuso per inventario straordinario, ci scusiamo per il disagio arrecato") le dipendenti licenziate si erano sfogate.

"Credo sia doveroso nei confronti dei nostri clienti spiegare come sono andate le cose", premette Roberta Parisi, l'ex responsabile del punto vendita. "Martedì aspettavamo la visita di un responsabile della catena per discutere dell'andamento del negozio, ci siamo invece trovate davanti i vertici aziendali, che dopo averci consegnato le lettere di licenziamento hanno abbassato le serrande nel bel mezzo della giornata lavorativa", il suo racconto.

Ora arriva la replica dell'azienda, per voce dell'amministratore delegato Graziano Grazzini.

"Il negozio di Cagliari era stato da noi rilevato nell'ottobre del 2012 dalla signora Parisi la quale lo gestiva in franchising valendosi dell'opera di altre due persone. Il negozio aveva una situazione finanziaria molto pesante in quanto aveva un'esposizione debitoria significativa. La nostra azienda si è accollata i debiti ed ha mantenuto in forza sia signora Parisi che le colleghe, nella convinzione di poter in un tempo ragionevole risollevare le sorti di questa attività. Tuttavia, per ragioni diverse tra loro ma certamente sotto gli occhi di tutti (crisi economica, spostamento dell'asse commerciale fuori del centro storico, perdita di potere d'acquisto etc.), il negozio ha registrato una drammatica flessione delle vendite (meno 25% dal 2010 allo scorso anno) a fronte di costi inevitabilmente crescenti".

Ancora: "Già lo scorso anno avevamo proposto ai nostri collaboratori una riduzione complessiva dell'orario di lavoro ma la nostra proposta aveva incontrato un netto rifiuto. L'esplosione della crisi nei primi mesi del 2017 (un ulteriore meno 18%) ci ha obbligati a una scelta drastica quanto dolorosa: immaginare la prosecuzione dell'attività a Cagliari basandoci sull'apporto di una sola persona e la scelta era ricaduta su Roberta Parisi, storica anima del negozio, a cui abbiamo proposto di continuare nella conduzione per garantire la continuità dell'impresa in attesa di tempi migliori. Scelta non condivisa dalla signora Parisi, che ha preferito abbandonare il campo. È questo rifiuto, pur se legittimo ma del tutto inatteso, che ha portato alla chiusura del negozio nel peggiore dei modi con tutte le conseguenze del caso".
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