"L'uso scorretto del telefonino può causare il tumore al cervello".

Lo dice una storica sentenza pronunciata dal tribunale di Ivrea (Torino), che per la prima volta ha sancito che esiste un rapporto di causa-effetto tra l'eccessivo utilizzo del cellulare e lo sviluppo del cancro.

Lo hanno annunciato gli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone, che hanno vinto la causa intentata da Roberto Romeo, un ex dipendente Telecom, contro l'Inail.

L'istituto nazionale di assicurazione per gli infortuni sul lavoro è stato infatti condannato a pagare una rendita vitalizia da malattia professionale al lavoratore, che si è ammalato di neurinoma per aver, appunto, utilizzato il cellulare per tre ore al giorno per 15 anni.

La sentenza risale allo scorso 30 marzo, ma il suo contenuto è stato reso noto solo oggi dai due legali.

"È la prima volta che la giustizia italiana riconosce la piena plausibilità dell’effetto oncogeno delle onde elettromagnetiche dei cellulari", hanno spiegato i due avvocati.

"Speriamo che la sentenza spinga a una campagna di sensibilizzazione, che in Italia non c'è ancora", ha poi aggiunto Bertone.
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