Aveva bevuto un paio di birre e doveva fare pipì ma erano passate le 2.30 di notte e tutti i locali erano chiusi, così un 19enne genovese ha pensato appartarsi in uno dei tanti vicoletti della città.

Per la precisione in vico Lavezzi, dove proprio in quel momento stava transitando una pattuglia dei carabinieri.

I militari hanno aspettato che il giovane finisse, poi lo hanno fermato e identificato, affibbiandogli anche una multa per "atti contrari alla pubblica decenza".

Il ragazzo, rientrato a casa, ha raccontato tutto al padre ed entrambi, qualche giorno dopo, sono impalliditi apprendendo la cifra "monstre" richiesta: 10mila euro.

La famiglia del giovane ha quindi contattato consulenti e avvocati, ma la risposta è stata sempre la stessa: meglio pagare, non ci sono possibilità di vincere un ricorso.

Nel 2016, infatti, il reato di atti contrari alla pubblica decenza è diventato amministrativo.

Meno grave del penale, ma con sanzioni più salate.

Così il papà del ragazzo è stato costretto a saldare tutto, chiedendo, però, una rateizzazione.
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