Una cerimonia toccante, che ha visto tutti i confratelli omaggiare l’antico simulacro, attaccato dai segni lasciati del tempo.

Così, a Nuraminis, i membri della Confraternita del Rosario hanno salutato il Cristo in croce che apre le processioni, sostituito da un simulacro più moderno, in resina.

"Dalle nostre ricerche, un vecchio documento della confraternita che incaricava tale Efis Castangia, un artigiano di Cagliari, di realizzare la statua, il Cristo che ci ha accompagnati per anni nelle processioni risalirebbe al Settecento", spiega Luigi Congiu, lo storico dei confratelli nuraminesi.

Rarissimo, in Sardegna ce ne sarebbero solo tre con quelle fattezze (il volto sofferente di Gesù rivolto verso l’alto, non ancora spirato, che rappresenterebbe il marchio di fabbrica dell’artigiano), è stato salutato con un rituale particolare dai confratelli.

"Allabau Gesucristu" ("Sia lodato Gesucristo"): la frase recitata da ognuno, nell’atto di baciare il simulacro, mentre gli altri rispondevano: "Ave Maria, grazia plena".

Il nuovo simulacro, benedetto da don Ignazio Devoto, ha poi sfilato per la prima volta nel suggestivo rituale de S’Incontru della mattina di Pasqua.
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