"Risponderemo a una guerra totale con una guerra totale, e siamo pronti a colpire con attacchi nucleari nel nostro stile in caso di eventuali attacchi nucleari". Così Choe Ryong-hae, il secondo più potente ufficiale del regime nordcoreano, mette in guardia gli Usa mentre Pyongyang si prepara alla "Giornata del Sole", il 105esimo anniversario della nascita del padre della patria e nonno dell'attuale leader, Kim Il-sung.

La tv di Stato ha mostrato le immagini della grande parata militare, tenutasi nella Capitale, dove migliaia di soldati, carri armati e camion con lanciarazzi e missili hanno sfilato sotto gli occhi del leader Kim Jong-un.

Il dittatore è arrivato a bordo di una limousine, con abito nero e camicia bianca, per assistere a quella che pare essere una vera e propria di forza del regime, che vuole intimorire il mondo mostrando il suo arsenale.

"Gli Usa stanno creando una situazione molto tesa che minaccia la pace e la sicurezza non solo nella regione, ma anche nel mondo intero", ha rincarato Ryong-hae. "Se rivolgeranno provocazioni sconsiderate contro di noi, le nostre forze rivoluzionarie saranno pronte a combattere e risponderanno all'istante con la guerra a tutto campo e gli attacchi nucleari con il nostro arsenale".

Dopo le ultime dimostrazioni di forza degli Stati Uniti (l'attacco in Siria, la "superbomba" in Afghanistan, l'invio di navi da guerra verso la penisola coreana), cresce la possibilità che Pyongyang effettui un nuovo test nucleare,il sesto, che potrebbe far precipitare definitivamente la situazione e scatenare la reazione di Donald Trump.

Lo sa bene la Cina, principale alleato della Nord Corea, che invita tutti alla prudenza. "La guerra può scoppiare in qualsiasi momento, e il risultato sarà una situazione in cui tutti perderanno e nessuno vincerà", ha pronosticato il capo della diplomazia di Pechino Wang Yi.

Le immagini di una base nucleare andate in onda ieri sulla tv di Stato nordcoreana mostrano che Kim Jong-un sarebbe pronto a compiere un nuovo test.

Intanto il premier giapponese, Shinzo Abe, ha affermato che Pyongyang potrebbe essere in grado di lanciare anche missili dotati di armi chimiche.

Trump, dal canto suo, continua a minacciare: "La Corea del Nord è un problema e ce ne occuperamo", ha detto.

In questo quadro desta allarme la decisione della compagnia aerea "Air China" di sospendere da lunedì i collegamenti tra Pechino e Pyongyang. Una scelta giustificata ufficialmente con la scarsità di passeggeri, ma che, in questo scenario, alimenta le paure.

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