Chi pensa che a una certa età non si possa più avere una vita attiva non ha conosciuto Battista Porcu, 83 anni, di Belvì. Lavoratore instancabile e assiduo frequentatore della campagna, è l'ultimo bottaio della Sardegna. Ha imparato l'ingegneria delle botti per imitazione, vedendole aggiustare durante il suo apprendistato, iniziato a 14 anni. Nel 1965, con un'impresa avviata e una vigna con una buona produzione, costruì il suo primo tino per la fermentazione del vino. Iniziò, così, l'avventura nel mondo del bottame: prima tini, piccoli e ovali, per il trasporto dell'uva, e dopo le botti dove conservare il vino.

L'ATTIVITÀ - "Bisogna fare attenzione al legname, che non deve avere difetti", spiega il bottaio, che per le sue creazioni ha sempre usato il castagno, molto diffuso in zona e perfetto per vini bianchi e vernacce, oppure il rovere che, con il suo forte odore, è adatto per i neri. "La costruzione, poi, richiede estrema cura", chiarisce facendo quasi sentire profumi e sensazioni del legno. La sua metodicità gli ha valso lavori per la cantina Silvio Carta e per Laore, con la quale doveva partire un corso di bottaio, mai avviato. Oggi l'unico erede di quest'arte antica è il figlio Onorato, che lavora con lui.

LA PASSIONE - L'amore per il legno lo accompagna sin da bambino, quando in chiesa restava incantato dalle tavole intagliate. Nel 1946 andò a Cagliari col padre e di quel giorno tiene stretto il ricordo. "Entrammo nella cattedrale e rimasi talmente colpito dalla bellezza delle opere che c'erano al suo interno che mi venne l'idea di credere in Dio", racconta con i suoi occhi dolci, mai stanchi. Una sensibilità artistica, la sua, che ha riversato nel lavoro di falegname: "Tornando indietro sceglierei lo stesso mestiere, lavorare il legno è un'emozione unica". Ancora oggi l'arzillo carpentiere prende misure e costruisce mobili, ciò che preferisce, e cassapanche, alcune vendute anche all'estero: "Ci vogliono passione, pazienza e precisione con il legno, soprattutto per eseguire i piccoli disegni, altrimenti non si riesce".

LA SPERANZA - Battista Porcu guida la sua auto, spesso scalzando il figlio dal volante. Ha un orto, noccioli e alberi di castagno, nonché due ciliegi che fanno da arcata alla falegnameria immersa nel verde della circonvallazione di Belvì. Oltre che curiose storie e aneddoti, l'artista del legno ha tanto da insegnare e, per questo, nutre la speranza che qualche giovane appassionato possa cogliere le sue competenze e tramandarle.

Daniela Melis
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