Terzo giorno di sciopero della fame per un gruppo di lavoratori dei centri Aias (Associazione Italiana Assistenza Spastici) di Assemini e Uta, per rivendicare le 9 mensilità e mezza dovute dall'azienda.

Avrebbero voluto garantire l'assistenza ai pazienti, ma l'Aias ha dato loro una settimana di ferie d'ufficio comunicando che "non potranno riprendere il servizio senza certificazione medica e chi non segue le disposizioni sarà segnalato alle autorità".

"Stiamo bevendo caffè e succhi di frutta e continueremo almeno fino a sabato", spiegano due lavoratori in agitazione, Sergio Deidda e Donatella Mulas, di Assemini.

"Ci siamo dichiarati impossibilitati a comprare il cibo. Oltre agli arretrati, Inail e Inps non consentono i pagamenti di infortuni, maternità e assegni familiari? Non sono soldi dell'Aias".

Ai lavoratori in sciopero ad Assemini ha portato oggi la propria solidarietà il sindaco Mario Puddu che, insieme al consigliere comunale Roberto Melis, ha visitato il centro e incontrato gli scioperanti.

"I Comuni sono in regola con i pagamenti dovuti - dice Puddu - l'Aias si prenda le sue responsabilità. Pur senza diritti riconosciuti, i dipendenti stanno continuando a occuparsi con dedizione di persone molto più sfortunate di noi, vero anello debole di questa vicenda".

A Uta è l'autista e dirigente Cgil, Michele Serra, ad aver issato le bandiere della sigla: "Sto bevendo acqua, in un giorno ho perso due chili. In ogni caso, ho più fiducia del mio corpo che delle condizioni del mezzo con il quale trasporto i pazienti. La protesta non finisce qui".

Anche in questo caso non è mancata la vicinanza del sindaco, Giacomo Porcu: "La nostra amministrazione è vicina ai lavoratori, siamo preoccupati per le loro condizioni e ci auguriamo che al più presto che si arrivi a un punto di svolta sulla vertenza".

Lorenzo Ena
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