Domani, in perfetta linea con i tempi auspicati dal premier Theresa May, il governo britannico avvierà ufficialmente l'iter per la Brexit.

Per prima cosa, l'ambasciatore britannico presso l'Unione Europea, Tim Barrow, notificherà l'intenzione della Gran Bretagna di uscire dalla Ue, consegnando nelle mani del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk una lettera.

La May, invece, si recherà in Parlamento per informare i deputati del fatto che il Regno Unito ha invocato l'articolo 50 del trattato di Lisbona.

Le parti hanno due anni di tempo per trovare un'intesa sui termini dell'uscita (ma il periodo si può allungare nel caso l'accordo non venga raggiunto).

Nel Regno Unito le norme e i trattati Ue resteranno in vigore fino all'uscita effettiva.

È la prima volta che viene invocato l'articolo 50 dei trattati di Lisbona.

BREXITERS - Dei negoziati e di tutti i nuovi accordi internazionali britannici si occuperanno tre persone, a Londra li chiamano i "three brexiters".

Si tratta del ministro per la Brexit David Davis, nominato appositamente dalla May, dell'ex segretario alla Difesa Liam Fox e del ministro degli Esteri Boris Johnson.

SCOZIA, REFERENDUM BIS - La Scozia però, non sembra intenzionata a seguire il destino della Gran Bretagna.

Il parlamento di Edimburgo ha infatti detto sì a un nuovo referendum sull'indipendenza.

Una consultazione sollecitata dalla premier Nicola Sturgeon, forte del fatto che, nel giugno 2016, la maggioranza del popolo scozzese si era espressa, a differenza di quello inglese, per la permanenza nell'Ue.
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