Dopo l'impeachment, la richiesta d'arrresto.

Prosegue la parabola discendente dell'ex presidente sudcoreana Park Geun Hye travolta da uno maxi-scandalo corruzione.

I giudici di Seul che hanno sollecitato la misura restrittiva in base alle "molte prove sono finora raccolte" e "considerata la possibilità che possa distruggere altre prove".

Park deve rispondere non dolo di tangenti, ma anche di abuso di potere, diffusione di segreti di stato. "Non sarebbe giusto non chiedere un mandato d'arresto considerando che la sua complice Choi Soon-sil e funzionari governativi che hanno seguito i suoi ordini e le persone che hanno versato le tangenti sono tutti stati arrestati", spiega la Procura.

Dal canto proprio, l'ex presidente, che settimana scorsa è stata ascoltata dai magistrati, si è detta pronta a "cooperare", chiedendo scusa al suo popolo per lo scandalo in cui è stata coinvolta.
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