Sono circa 150 i corpi sepolti sotto le macerie di tre palazzi distrutti nel corso della battaglia di Mosul, roccaforte dell'Isis in Iraq.

A bersagliarli, raccontano fonti locali citate dal Guardina, l'artiglieria e l'aviazione della Coalizione anti-islamista, formata dalle truppe irachene e dagli alleati internazionali, tra cui gli Usa.

Secondo quanto si è appreso, chi non è morto sul colpo, tra i civili residenti, è rimasto ad attendere per giorni l'arrivo dei soccorsi, ritardati dai combattimenti in corso nella città.

Soltanto in queste ore la zona - il quartiere di Jadida - è stata raggiunta, ma troppo tardi.

Nessuno è stato trovato in vita.

Testimoni hanno riferito delle urla strazianti dei feriti che hanno invocato aiuto per giorni, precisando che nessun miliziano o affiliato dello Stato islamico era presente negli edifici bombardati.

Dopo la macabra scoperta, il colonnello Joseph Scrocca del comando americano di stanza a Baghdad ha annunciato "verifiche" sull'accaduto.
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