C'è una vecchia foto in bianco e nero che spopola sui tabloid britannici: ritrae il volto sorridente di Adrian Ajao assieme ai compagni dopo una partita di calcio.

In molti si chiedono come abbia fatto quel giovane, che i suoi ex compagni e insegnanti descrivono come "un bravo ragazzo", "felice", "pieno di vita", a diventare Khalid Masood, il terrorista che ha messo a segno l'attentato più sanguinoso della Gran Bretagna dal 2005 ad oggi.

Il giornale britannico "The Guardian" ha ricostruito la vita dell'uomo, partendo da quell'immagine fino a giungere alla foto che lo ritrae mentre i soccorritori lo portano in ambulanza davanti a Westminster.

Nato nel 1960 a Hainault, un sobborgo londinese, da un'adolescente bianca, frequenta la scuola fino ai 16 anni: quando la lascia perde ogni contatto con i compagni e comincia la sua vita nella microcriminalità.

A 18 anni inizia a spacciare droga, diventa un consumatore abituale di cocaina e si guadagna una condanna per danneggiamenti. Quindi si trasferisce lasciandosi alle spalle una lunga scia di debiti.

A 28 anni conosce Jane Harvey, nel 1992 i due hanno una figlia e si trasferiscono in una villetta nel Sussex rurale. Lì inizia a lavorare per un'azienda chimica.

Alice Williams, una donna che lo ha conosciuto in quegli anni, ne parla così: "Una persona molto intelligente, ma sempre un po' sinistra. E razzista".

Una notte, in seguito ad un litigio in un pub, prende un coltello e lascia uno squarcio di tre pollici sulla guancia del suo rivale. Finisce in carcere, e ci resta per due anni: nel 2003 si trasferisce a Eastbourne, altra rissa, altro uomo ferito sul volto con il coltello, e di nuovo in prigione, questa volta per sei mesi.

Le carceri sono cambiate profondamente: sulla scia dell'attentato dell'11 settembre e delle nuove leggi antiterrorismo sono piene di estremisti islamici che cercano di convertire alla causa della jihad giovani difficili e con un passato di violenze alle spalle, proprio come Ajao. O come, per fare un esempio, l'attentatore di Berlino Anis Amri.

È qui che i servizi segreti di Sua Maestà iniziano ad attenzionarlo, pur considerandolo "agente periferico".

Quando esce dal carcere si sposa con una musulmana, Farzana Malik, e dall'atto del matrimonio si evince che il suo nome è cambiato: Adrian Russel Elms, che ben presto diventerà Khalid Choudary, poi Khalid Masood.

Negli stessi anni consegue una qualifica per insegnare l'inglese come lingua straniera, è il suo passaporto per l'Arabia Saudita. È proprio lì che va a insegnare la lingua, "un percorso comune per i convertiti alla jihad", secondo fonti della sicurezza britannica.

Nel 2009 torna in Inghilterra, a Luton: vive con un'altra donna, una 29enne del Gambia, in una città in preda alle tensioni razziali e religiose tra un gruppo estremista islamico (Al Mahajaroun) oggi fuorilegge e l'estrema destra britannica.

I suoi vicini hanno ricordi contrastanti: c'è chi lo descrive come un "tipo gentile con la passione del giardinaggio", chi come "un'ombra inquietante sempre in giro di notte con un abito islamico nero".

L'ultima casa in cui ha abitato è quella di Birmingham. "La sua abitudine a uscire di notte e usare lunghi abiti neri lo faceva sembrare un vampiro", racconta un vicino.

Prima dell'attacco soggiorna nel Preston Park Hotel, a Brighton, 60 sterline a notte. "Ha riso, scherzato e ci ha raccontato alcune storie della sua vita", racconta chi lo ha visto nell'albergo. Poche ore dopo avrebbe attaccato Westminster, uccidendo 4 persone e ferendone una cinquantina.

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