L’incubo si chiama Trieste, volendo richiamare un passato non troppo lontano. O Bologna, la città indicata dal presidente del Cagliari Tommaso Giulini come alternativa al Capoluogo, se i lavori per la costruzione dello stadio provvisorio non iniziassero a metà aprile e si concludessero entro la prima metà di agosto e la squadra rossoblù dovesse essere costretta a emigrare per le prime giornate di campionato.

«Pare ci sia un intoppo relativo al progetto dell’impianto temporaneo», ha detto domenica il numero uno del Cagliari al termine del match contro la Lazio. Quale intoppo? La società non va oltre la laconica dichiarazione presidenziale.

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