Nessuna alterazione dei risultati elettorali negli "Swing States", gli Stati americani "in bilico" risultati determinanti per la vittoria alle urne di Donald Trump lo scorso novembre.

Ad affermarlo sono stati oggi il direttore dell'Fbi James Comey e quello della Nsa Mike Rogers nel corso della loro audizione davanti alla Commissione Intelligence a Washington.

Entrambi hanno specificato che "non ci sono prove di interferenze russe nel conteggio dei voti in Michigan, Pennsylvania, Wisconsin, Florida, North Carolina e Ohio", mentre Comey ha confermato l'esistenza di un'indagine dell'Fbi sui presunti legami tra la campagna di Donald Trump e la Russia nel corso delle elezioni presidenziali 2016.

"Seguiremo i fatti ovunque ci porteranno", ha aggiunto.

In mattinata, il presidente Trump aveva giocato d'anticipo affermando che i democratici hanno "spinto la storia russa come scusa per aver fatto una terribile campagna". Per poi bollare l'intera vicenda su Twitter con queste parole: "Questa storia è fake news e tutti lo sanno".

E poi: "La storia vera su cui Congresso, Fbi ed altri dovrebbero indagare sono le fughe di notizie di informazioni classificate. Bisogna trovare subito il responsabile!", ha aggiunto in un altro tweet.

INTERCETTAZIONI, LE ACCUSE A OBAMA - Comey ha poi riposto alle accuse rivolte da The Donald al suo predecessore Barack Obama: "Non c'è alcuna informazione" a sostegno delle tesi del nuovo presidente americano. "Nessuna persona negli Stati Uniti può ordinare la sorveglianza elettronica di nessuno, deve passare per un processo di autorizzazione", ha aggiunto.

E poi: "Nelle elezioni presidenziali del 2016 la Russia aveva una 'preferenza positiva' per Donald Trump rispetto alla sua rivale Hillary Clinton". Anche perché - la chiosa - "il presidente russo Vladimir Putin preferisce gli uomini d'affari, dato che è più facile trattare con loro e sono più aperti al negoziato".

TRUMP DI NUOVO ALL'ATTACCO - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non intende però ritirare le accuse al predecessore Barack Obama di aver ordinato le intercettazioni delle sue comunicazioni. A dirlo è il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer.
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