"Dimmi dov’è Stefano! Guardami negli occhi". Questo il grido di Marco Masala all'indirizzo di Alberto Cubeddu, accusato - assieme a Paolo Enrico Pinna - dell'omicidio di suo figlio Stefano.

Parole disperate pronunciate in Tribunale a Sassari nel corso dell'incidente probatorio.

Lo aveva già fatto nei confronti dell'altro imputato, Paolo Enrico Pinna, in Tribunale a Sassari. Le stesse parole e urla di padre disperato e corroso dal dolore le ha rivolte nella tarda mattinata di ieri ad Alberto Cubeddu durante l'incidente probatorio. Ieri il padre di Masala non è riuscito a trattenere la rabbia e con voce ferma si è rivolto al presunto assassino del figlio.

Ieri il perito informatico ha concluso il lavoro consegnando alle parti le relazioni sui telefonini di un altro indagato ma in una posizione decisamente marginale rispetto ai due cugini. L'udienza si è conclusa in una situazione diventata improvvisamente di forte tensione

Comparirà davanti al gup il 18 aprile Alberto Cubeddu, il giovane di Ozieri accusato in concorso assieme al cugino all'epoca minorenne, Paolo Pinna, di aver ucciso lo studente Gianluca Monni di Orune e Stefano Masala di Nule. Non sarà il solo a doversi presentare in aula.

Sotto accusa per minacce a un testimone Francesco Pinna, zio di entrambi gli indagati per il delitto, Antonio Zappareddu, di Ozieri, per il possesso di un fucile ma non coinvolto nel duplice omicidio. Di minacce è accusato a Nuoro anche Paolo Pinna. Il presunto assassino di Nule, diventato maggiorenne, avrebbe infatti a più riprese minacciato un ragazzo di Orune, Pier Giorgio Massaiu, con ripetuti messaggi inviati su whatsapp per recuperare la pistola che gli era stata portata via quando venne percosso da un gruppo di ragazzi del paese.
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