Si alza ancora il livello dello scontro tra la Turchia e diversi Paesi dell'Unione europea dopo lo scoppio della crisi diplomatica tra Ankara e L'Aia, seguita all'ordine dell'Olanda che ha impedito ai ministri turchi di fare comizi nel Paese per il referendum costituzionale del 16 aprile, consultazione che potrebbe consegnare più potere nelle mani del capo di Stato Recep Tayyip Erdogan.

Ed è proprio Erdogan a dare, di nuovo, fuoco alle polveri rivolgendo questa volta le sue accuse alla Germania: "Onorevole Merkel, lei sostiene i terroristi", ha detto senza troppi giri di parole durante un'intervista, mentre la tv di Stato tedesca è stata additata come mezzo di propaganda contro il sistema presidenziale.

"ACCUSE ABERRANTI" - Non si è fatta attendere la risposta della cancelliera Angela Merkel, che ha giudicato "aberranti" le parole di Erdogan. "La cancelliera non ha intenzione di partecipare a un concorso di provocazioni", ha detto il portavoce di Merkel, Steffen Seibert.

ANKARA DENUNCIA L'OLANDA ALL'ONU - La Turchia ha fatto sapere che sporgerà denuncia contro il governo olandese a Nazioni Unite, Osce e Consiglio d'Europa. L'accusa nei confronti dell'Aia è di aver violato la Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche.

In particolare viene contestata all'Olanda l'espulsione del ministro turco della Famiglia, Fatma Betul Sayan Kaya, fermata dalle forze della sicurezza olandesi mentre si stava recando a Rotterdam per incontrare rappresentanti della comunità turca locale, oltre allo stop imposto al comizio che il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu avrebbe dovuto tenere nella stessa città in vista del referendum costituzionale del 16 aprile.

In base a quanto stabilisce la convenzione di Vienna, i diplomatici godono di immunità e non possono essere arrestati. Dopo aver negato a Kaya e al suo entourage di entrare nel consolato, il convoglio turco è stato scortato dalla polizia fino al confine con la Germania.

© Riproduzione riservata