"Sono stato il primo a vedere Fortuna a terra, ero sotto il palazzo e ho sentito un tonfo, poi ho visto il corpicino faccia a terra e l'ho riconosciuta dai capelli biondi".

Così Claudio Luongo, inquilino del Parco Verde di Caivano (Napoli) da cui due anni e mezzo fa è caduta perdendo la vita la piccola Fortuna Loffredo, ha ricostruito davanti alla Corte d'Assise di Napoli i momenti immediatamente successivi alla morte della bambina.

L'uomo, ex compagno di Domenica Guardato, madre della piccola, con la quale ha anche avuto un figlio, ha testimoniato nel processo che vede imputato Raimondo Caputo, patrigno di Chicca (così veniva chiamata la bimba), accusato di aver ripetutamente abusato della figliastra e di averla uccisa lanciandola nel vuoto.

"Quando è caduta stavo aiutando le mie sorelle con la spesa - ha raccontato agli inquirenti - all'improvviso ho sentito un tonfo secco, poi tra i pilastri ho visto i capelli biondi di Chicca, il corpo era a faccia in giù. Mi sono avvicinato e ho capito cosa era successo, quindi ho iniziato a urlare e ho chiamato Mimma (Guardato, ndr)".

LA MAMMA DI FORTUNA: "VOGLIO VERITÀ" - VIDEO:

In aula oggi è stata ascoltata anche Angela Angelino, nonna delle bambine, amiche di Fortuna, che hanno raccontato gli abusi al Parco Verde; la sua testimonianza è stata costellata da una serie di "non so" e "non ricordo" quando le sono stati fatti ascoltare vari passaggi delle intercettazioni.

In quelle conversazioni dava istruzioni a una delle nipotine su cosa dovesse dire ai carabinieri e agli inquirenti sulle ultime ore di vita della piccola vittima.

Alla fine il pm Claudia Maone ha chiesto al giudice il verbale dell'udienza per procedere nei confronti della donna - mamma dell'altra imputata, Marianna Fabozzi - per falsa testimonianza.

E ancora, sul banco dei testimoni, è salita Rachele Di Domenico, madre di Claudio Luongo: nessuno, la mattina della morte di Fortuna, è salito all'ottavo piano, ha detto ai giudici.

Era stata lei, secondo quanto emerge da una conversazione intercettata, a trovare una scarpetta della bambina e aveva deciso di sbarazzarsene per non avere guai con la giustizia (per questo è sotto processo per falsa testimonianza).

Quella mattina, ha ribadito, era seduta "sul ballatoio perché faceva molto caldo e lì c'era un finestrone che faceva passare un po' d'aria".
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