Se potesse tornare indietro non lo rifarebbe quel blitz, dice oggi il generale Renzo Nisi, comandante provinciale di Genova della Guardia di finanza, mentre parla del 16enne che si è suicidato mentre era in corso una perquisizione nella sua abitazione di Lavagna.

Al giovane era stata trovata addosso una modica quantità di droghe leggere, ed era stata sua madre a chiedere l'intervento delle Fiamme gialle; tornato da scuola, quando ha capito cosa stava succedendo in casa si è gettato dalla finestra.

La donna nel corso del funerale ha ringraziato i finanzieri, che hanno saputo ascoltarla e sostenerla ma, dice Nisi, "il risultato non ci ha dato ragione, non siamo tranquilli", perché quella morte non è facile da superare e, forse, si poteva agire in un altro modo.

Nonostante avesse preparato una squadra composta da uomini qualificati, tutti padri di famiglia che sapevano come comportarsi col ragazzino, e aver fatto in modo che tutto si svolgesse nel modo meno traumatico possibile, l'esito è stato drammatico.

Ma le polemiche arrivano anche dai palazzi delle istituzioni, con il procuratore dei minori della Liguria, Cristina Maggia, che dice: "Se mi avessero telefonato, avrei sconsigliato la perquisizione".

E il generale ribatte: "Non voglio entrare in polemica, ma noi operiamo strada per strada, in mezzo alla gente, e le decisioni vanno prese in pochi attimi".

Nel sondaggio lanciato ieri, i nostri lettori si sono espressi, per l'84 per cento, a favore della depenalizzazione delle droghe leggere, mentre per il restante 16 per cento è giusto mantenere la "linea dura":

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