Graffiti sui muri e panchine divelte nei parchi, lampioni rotti e incisioni con coltelli sulle pareti delle grotte, rifiuti lanciati sulle strade e devastazioni su bus e treni. Città e paesi presi d’assalto dai vandali: per contrastare il fenomeno, il ministero dell’Interno ha adottato - nel nuovo decreto sicurezza - misure per dare più poteri ai sindaci, compreso il Daspo urbano. Ma i primi cittadini sardi non ci stanno: «Sindaci sceriffi? Abbiamo fin troppe responsabilità e pochissime risorse». Dice il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana: «Dobbiamo far capire al Governo che i poteri sulla carta devono accompagnarsi a uomini e mezzi, il territorio va presidiato».

In sostanza, il Viminale ha scritto - come ha spiegato il ministro Marco Minniti, «un grande patto strategico di alleanza tra Stato e poteri locali» che prevede il rafforzamento dei poteri di ordinanza dei sindaci e la possibilità di stringere patti con il ministero e le prefetture in una cornice legislativa che prima non esisteva. Non sono stati introdotti nuovi reati né aggravanti di pena, ma misure “speciali”, ad esempio una specie di Daspo, come quello degli stadi. Cioè davanti a ripetute violazioni di alcune regole, le autorità possono imporre il divieto di frequentare il territorio o le zone in cui il colpevole ha trasgredito.

Ma i sindaci sardi non ci stanno.

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