Riciclavano banconote frutto, molto probabilmente, di assalti a portavalori e coltivavano e vendevano marijuana fatta arrivare dalla Spagna utilizzando le ditte dei corrieri espressi: cinque uomini, residenti a Olbia e Oliena, sono finiti in manette questa mattina, a seguito di una complessa indagine che ha visto impegnati per sei mesi i carabinieri del Reparto Territoriale di Olbia, gli uomini del Comando Provinciale di Nuoro e il Nucleo Cinofili di Abbasanta.

Il giudice per le indagini preliminari della Procura di Tempio Pausania ha disposto la custodia in carcere per i fratelli Jonata e Paolo Boi, di 43 e 33 anni, entrambi residenti a Olbia e ritenuti responsabili sia del riciclaggio delle banconote contrassegnate, sia della coltivazione e della vendita di stupefacente,e per Luigi Serra, 33enne di Oliena, responsabile della coltivazione delle piante di stupefacente e di minaccia.

Agli arresti domiciliari sono finiti invece Antonio Selis, 33enne, residente a Olbia e Giuseppe Sitzia, 41enne originario di Orgosolo ma di fatto residente in Gallura, entrambi indagati per il riciclaggio delle banconote segnate e rispettivamente cognato e amico dei fratelli Boi.

L’indagine, guidata dal procuratore Domenico Fiordalisi, è partita nel giugno del 2016 grazie alla segnalazione fatta dal gestore di una sala da gioco a Olbia, entrato in contatto con i soldi macchiati che qui venivano inseriti all’interno delle slot machine.

Gli arrestati utilizzavano le macchinette delle sale da gioco e dei centri commerciali cittadini come strumento per “ripulire”le banconote macchiate in tagli da 50 e 100 euro, frutto con ogni probabilità, di furti e rapine a bancomat o portavalori.

Una volta ripulite, le somme di denaro venivano poi investite nell’acquisto di sostanze stupefacenti che venivano coltivate nell’agro di Oliena, dove sono state sequestrate tre piantagioni di marijuana con circa ottocento piantine.

La conferenza stampa del procuratore di Tempio Fiordalisi
La conferenza stampa del procuratore di Tempio Fiordalisi
La conferenza stampa del procuratore di Tempio Fiordalisi

Le coltivazioni clandestine erano state attrezzate con sofisticati impianti di irrigazione, la cui acqua veniva ricavata da un allaccio abusivo alla condotto idrica di Abbanoa, così com’era abusivo l’impianto elettrico.

Gli arrestati volavano a Barcellona per concludere gli accordi e la compravendita di semenze di cannabis della pregiata qualità “Northern Light”, venduta liberamente in Spagna per uso personale.

Una volta concluso l’acquisto, i pacchi venivano fatti arrivare fino nell’isola e una parte era piantata direttamente, un’altra veniva invece rivenduta.

Tredicimila i semi acquistati in totale dalla banda, la cui vendita avrebbe generato ingentissimi guadagni. Inoltre sono stati sequestrati tremila semi di cannabis che, a fronte di un investimento iniziale di 12mila euro, avrebbe fatto guadagnare ai cinque arrestati oltre un milione di euro.

Le indagini hanno portato al sequestro di 950 euro in banconote macchiate, all’arresto in flagranza nel giugno del 2016, di Antonello Cucca, di 44 anni, e alla denuncia in stato di libertà C.A., di 62 anni, entrambi di Oliena.
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