La guardia di Finanza ha sequestrato beni per 250.000 euro a un imprenditore di Capoterra che avrebbe frodato il fisco attraverso due società, una delle quali con sede in Inghilterra.

Sotto chiave sono finiti depositi bancari, beni immobili, auto e conti correnti.

Le indagini, coordinate dal pm Andrea Massidda, sono scattate dopo una verifica fiscale nei confronti di una società con sede a Sestu operante nel settore della costruzione di impianti aeroponici industriali (coltivazione in serra senza l'utilizzo di terra).

Secondo le Fiamme Gialle sarebbero state emesse fatture inesistenti per un milione e 400mila euro con un’evasione dell’Iva per oltre 250mila euro.

Secondo le accuse l’amministratore unico della società aveva costituito nel Regno Unito un’azienda con il medesimo oggetto sociale di quella italiana ricorrendo ad un servizio di company secretary, il quale fornisce, tra le varie opzioni, anche quello di registered office (sede legale).

In realtà, sempre secondo gli investigatori, la società inglese era a tutti gli effetti una “scatola vuota”, priva cioè di una struttura operativa, a cui venivano fittiziamente intestate le operazioni commerciali (cessioni di beni e prestazioni di servizi), effettuate dall’azienda cagliaritana.

Uno schema che avrebbe consentito all’imprenditore di Capoterra di evadere il fisco, trasferendo ingenti ricchezze all’estero e beneficiando di un regime tributario più leggero.
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