È iniziato alle 10 al Teatro Massimo di Cagliari il convegno organizzato dal Fai (Fondo ambiente italiano) su "Arte ponte tra culture. Mediterraneo ponte tra popoli".

L'incontro è il terzo di un ciclo intitolato "Le culture uniscono i popoli" ed è dedicato al patrimonio culturale dei Paesi del Mediterraneo e al suo ruolo in questa cruciale fase del mondo: creare occasioni di incontro e dialogo fra culture diverse.

I lavori, dopo i saluti del prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, e dell'assessore comunale alla Cultura, Paolo Frau, sono stati introdotti e coordinati dalla presidente del Fai Sardegna, Maria Antonietta Mongiu.

Il pubblico al convegno del Fai
Il pubblico al convegno del Fai
Il pubblico al convegno del Fai

GLI INTERVENTI - Lente d'ingrandimento sull'attività del Comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale e dei Caschi blu della cultura dopo l'accordo tra Governo italiano e Unesco per la creazione di una task force di studiosi, restauratori e carabinieri pronti a intervenire nelle aree di crisi. Ne ha parlato il capitano Paolo Montorsi.

L'architetto Franco Masala, responsabile Paesaggio del Fai Sardegna, è intervenuto invece su "Paesaggi di Sardegna. Storia di una bellezza diffusa". Si intitolano "Beni culturali e paesaggio; siamo sempre un modello?" la relazione di Fausto Martino, soprintendente per l'archeologia, le belle arti e il paesaggio nella Sardegna meridionale, e "Tutti uguali, tutti diversi: abitare il Mediterraneo" quella del direttore del dipartimento di Ingegneria e architettura dell'università di Cagliari, Antonello Sanna. Tra gli interventi anche quelli dell'ex preside della Facoltà di Architettura di Sassari, Giovanni Maciocco ("La città del Mediterraneo. Situazioni ricorrenti di un mondo comune") e di padre Salvatore Morittu, Custode dei Frati minori della Sardegna ("Gerusalemme, madre di luoghi e di culture").

Salvatore Settis ha tenuto una lectio magistralis dal titolo "Le culture uniscono i popoli" che, anticipa l'accademico, prenderà il via dalla «centralità della cultura nell'identità italiana e in particolare nella Costituzione, che la considera (all'articolo 9) un diritto essenziale del cittadino. Per la Costituzione non esiste democrazia senza cultura e c'è un nesso (sottolineato dall'articolo 3) tra cultura e dignità della persona umana. La cultura - aggiunge l'accademico - è una base che noi italiani dovremmo poter ritenere solida ma purtroppo così non è: la nostra scuola versa in uno stato deplorevole e la spesa pubblica per la cultura in Italia è inferiore rispetto ad altri Stati».

L'incontro ha posto l'accento sui comuni denominatori che, nelle civiltà che si affacciano sul Mediterraneo, rimandano gli uni agli altri e sono veicolo di relazioni che nell'attuale fase storica sono minacciate. «La distruzione oggi è totale e riguarda luoghi, persone, affetti, oggetti e musei», osserva Maria Antonietta Mongiu: «Si tratta di un'iconoclastia che mai nel passato è stata così violenta e intollerabile».
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