Cina, Russia, terrorismo islamico. E, ora, anche l'amministrazione Trump.

Sono queste le principali "minacce esterne" per l'Ue, secondo il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

Che, alla vigilia del vertice di Malta, ha invitato con una lettera ufficiale i leader dell'Unione a "unire la propria voce", per fare fronte comune.

Secondo Tusk, la politica "assertiva" cinese, quella "aggressiva" di Mosca e il radicalismo islamista in Medioriente, uniti alle "decisioni preoccupanti" adottate dal nuovo presidente degli Usa, "rendono il nostro futuro altamente imprevedibile".

Dichiarazioni che innalzano la tensione tra Usa e Unione europea.

Ma nemmeno Washington va giù tenera nei confronti dei "cugini" d'oltreoceano (già accusati dal presidente di aver gestito il fenomeno immigrazione creando il "caos").

Come dimostra l'attacco sferrato dal neogoverno degli Usa contro la Germania.

Rea, a detta del consigliere economico della casa Bianca, Peter Navarro, di sfruttare l'euro "grossolanamente svalutato" per trarre vantaggio nei confronti degli Stati Uniti e degi altri partner Ue.

Un'altra dichiarazione di fuoco, arrivata nel corso di un'intervista al Financial Times, ha subito trovato la replica piccata di Berlino.

"La Germania è un paese che ha sempre chiesto alla Banca centrale europea di portare avanti una politica indipendente, come faceva la Bundesbank prima che l'euro esistesse", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel.
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