Quella di oggi per lei sarà la quarta notte nel carcere di Uta. Eppure non è una detenuta, ma un'innocente bimba di 14 mesi costretta a condividere la cella con la madre, una rom di 34 anni. La segnalazione arriva da Maria Grazia Caligaris, presidente di "Socialismo diritti riforme": «È una sconfitta dello Stato. Questa situazione è inaccettabile: a Senorbì da anni è stato allestito un Istituto a custodia attenuata per madri (Icam) detenute ma ancora non è agibile».

Il caso non lascia indifferenti agenti e sanitari che «assistono con professionalità e tenerezza madre e figlia», continua Caligaris. «La situazione è delicata perché la bimba deve essere visitata da un pediatra. Questo comporterà il trasferimento in ospedale della madre con la scorta, in un momento in cui il personale penitenziario è ridotto all'osso».

Per Maria Grazia Caligaris una madre con una neonata in nessun caso può stare in carcere: «Esistono alternative alla detenzione da non ignorare: il braccialetto elettronico consentirebbe alle forze dell'ordine di monitorare la donna nella dimora e alla piccola di usufruire di un ambiente idoneo. I bambini nelle carceri sarde sono due, l'altro è a Bancali. Mi chiedo perché sia stato allestito un Icam non agibile e perché non si trovi un'alternativa che garantisca sicurezza ai cittadini e rispetto per gli innocenti».

Lorenzo Ena

© Riproduzione riservata