Il piano di ristrutturazione di Sky annunciato ieri dai vertici della società preoccupa i sindacati sardi.

A generare apprensione non è solo la decisione - ufficializzata ieri - di trasferire a Milano dieci dipendenti del Contact center di Sestu , ma soprattutto le prospettive future. "Nessuno può dormire sonni tranquilli", sostiene Tonino Ortega, segretario generale della Uilcom Sardegna, che parla anche a nome dei colleghi di Cgil e Cisl.

"Qualche anno fa il sito di Sestu contava oltre 1200 dipendenti a tempo indeterminato. Oggi, tra dimissioni volontarie non sostituite e spostamenti verso altre sedi, i dipendenti sono scesi al di sotto delle 1000 persone", scrivono i sindacati in una nota.

"Davanti a questo precipitare degli eventi sarebbe irresponsabile non considerare il Contact Center di Sestu (un tempo uno dei più importanti d’Europa) come la probabile prossima vittima designata dei piani di riorganizzazione aziendale".

Secondo Cgil, Cisl e Uil "le dichiarazioni di ieri, al di là dei numeri iniziali (comunque gravissimi) che colpiscono la Sardegna, sdoganano un metodo che possiamo leggere solo in un modo: nessuno, nei 3 territori delle sedi Sky, Cagliari, Roma e Milano, può dormire sonni tranquilli".

La domanda finale è inquietante: "Quali speranze hanno i mille lavoratori sardi di Sky se all’azione dei sindacati la politica non fornirà il doveroso supporto?" Per questo motivo, senza attendere oltre, i leader di Cgil, Cisl e Uil chiedono l’immediato intervento congiunto della Regione Sardegna, del Sindaco Zedda e delle massime autorità prefettizie e territoriali, chiamate alla salvaguardia dei quasi mille posti di lavoro.
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