Usavano bambini per confezionare dosi di cocaina e per consegnarle agli acquirenti.

È uno dei particolari di un'indagine dei carabinieri che ha fatto finire in manette 45 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, spaccio, estorsioni e porto illegale di armi.

L'inchiesta ha inoltre permesso di ricostruire l'organigramma del clan camorristico Elia, che controlla la zona del Pallonetto di Santa Lucia a Napoli.

Gli inquirenti hanno fatto luce anche sul pizzo imposto ai gestori delle piazze di spaccio e su alcuni episodi di estorsione nei confronti di un ristorante.

Un'altra operazione, questa della polizia di Stato, ha invece sgominato il clan Amato-Pagano, attivo nella zona nord di Napoli.

Diciassette persone sono finite in manette per i reati di associazione mafiosa e spaccio. Arresti anche in Spagna e maxisequestri di beni a Napoli, Roma e Caserta.

I due clan si dividevano la gestione del mercato all'ingrosso di cocaina e hashish nella zona nord del capoluogo campano.

A rivestire un ruolo apicale nell'organizzione e gestire gli affari illeciti del clan era Rosaria Pagano, sorella di Cesare e moglie di Pietro Amato, fratello defunto del potente boss Raffaele Amato.

Un video diffuso dai carabinieri mostra una "stesa", la scorribanda a base di spari con cui vengono terrorizzati gli spacciatori "ribelli":

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