Udienza preliminare questa mattina in Tribunale a Cagliari per la morte di Letizia Trudu, la bambina di undici anni uccisa nell'estate del 2015 dall'elica dello yacht dal quale si era tuffata assieme al padre e alla sorellina nelle acque di Santa Margherita di Pula.

Rinviati a giudizio i due imputati: Andrea Trudu, 48 anni, di Assemini, padre della piccola vittima, e Maurizio Loi, 59 anni, comandante dell'imbarcazione, ex campione di windsurf residente a Serdiana.

Il processo a loro carico inizierà il 10 maggio.

L'avvocato di parte civile Guido Manca Bitti (che tutela, la madre, la sorella, lo zio e i nonni di Letizia Trudu) ha chiesto e ottenuto anche la citazione in giudizio come responsabili civili sia della compagnia con la quale era assicurato lo yacht sia la titolare della società proprietaria del contratto di leasing.

In mattinata la decisione del Gup.

Andrea Trudu e Maurizio Loi, difesi rispettivamente dagli avvocati Massimiliano Carboni e Leonardo Filippi, devono difendersi dall'accusa di omicidio colposo: secondo il pm Alessandro Pili, avrebbero potuto evitare il tragico incidente accaduto in mare il 9 luglio del 2015.

In particolare, la Procura contesta al padre della bambina di aver intimato alla figlia di buttarsi in acqua nonostante l'imbarcazione avesse i motori accesi. Loi, invece, quel giorno al timone del natante, deve rispondere della violazione di una serie di norme della navigazione.
© Riproduzione riservata