Prima che città delle chiese, dell'argento e delle miniere Iglesias era la "città dell'acqua". Per questo tutti in Sardegna la chiamavano "Flori de mundu", o nell'internazionale latino "Flos mundi". Villa di Chiesa e la successiva traduzione catalana sarebbero stati solo nomi burocratici messi da Pisani e Aragonesi. Qualcosa di simile a quanto oggi succede con il corso principale: "Matteotti" è solo il nome che sta scritto sul cartello, per gli iglesienti è "via Nuova". Lo rivela uno studio della storica Grazia Villani che ha chiuso il ciclo di conversazioni della Scuola civica di Storia 2016. "I sardi - ha spiegato - non è che aspettassero i greci o i romani per avere un nome: il popolo da sé si chiamava Shardana". Lo stesso vale per le città plurisecolari come Iglesias, il problema è che il nome folkloristico era rimasto sottotraccia nella storiografia del 900 perché nessuno aveva mai approfondito la traduzione oltre la più immediata assonanza con l'italiano, "Fiore del mondo". Per la Villani guidano documenti del 600. "Mundu significa "mondo", ma nel senso di "senza peccato, puro come l'acqua"; è una parola che si ritrova spesso nei luoghi di devozione mariana in Sardegna. Così Fiori de mundu significa " A fior d'acqua" a indicare l'insieme di torrenti su cui erano già nati insediamenti antichi che Pisa poi aveva scelto per razionalizzare in unico Comune. Era un punto strategico per le comunicazioni". I fiumi ci sono ancora solo che la città ci si è sviluppata sopra, li ricordano ancora i pozzi sparsi per il centro storico come in piazza Lamarmora, i nomi delle vie e l'agricoltura. "Sono famose le coltivazioni di ulivi, mandorli, agrumi, grano capelli - conferma Stefano Priola, presidente di Italia Nostra - le sugherete e gli allevamenti della città. È una filiera da valorizzare ancora ma l'amministrazione comunale continua a preoccuparsi di cose inutili invece di sviluppo. Da anni, l'associazione insiste sul recupero dell'ex cantina sociale come polo agroalimentare. Che fine ha fatto il progetto?". Approfondimenti su L'unione Sarda di oggi 15 gennaio 2017. Miriam Cappa
© Riproduzione riservata