Deve essere la Regione a mettere pace e evitare la guerra dell'acqua tra il comune di Macomer con quello di Scano Montiferru. Si cerca quindi una soluzione condivisa nel progetto di riqualificazione che sta portando avanti Abbanoa, per la realizzazione ex novo di 14 chilometri di condotte, dalle sorgenti di Sant'Antioco fino al capoluogo del Marghine, che prevede un investimento di 9 milioni di euro, da realizzare in diverse tranche.

“Il progetto non deve penalizzare nessuno- dice il sindaco di Macomer Antonio Succu- poi non stiamo rubando niente a nessuno e non vogliamo assolutamente avviare guerre di campanile, nella certezza di una soluzione non penalizzante per i nostri vicini di territorio, perché se così fosse esprimerei tutta la mia contrarietà all'intero progetto di riqualificazione”. Il progetto di Abbanoa, presentato martedì sera in consiglio comunale dai vertici dell'azienda, di ripristinare la condotta che porta l'acqua potabile dalle sorgenti demaniali di Sant'Antioco, (in territorio di Scano Montiferru) nelle case di Macomer, sta scatenando il putiferio.

Un acquedotto che ha funzionato per 51 anni, poi chiuso sei anni fa, poiché per il 60 per cento l'acqua veniva persa.

Da allora il capoluogo del Marghine viene approvvigionato dall'invaso di Monteleone Roccadoria, ma con costi eccessivi di gestione e con un'acqua non certamente di qualità.

Tanto che in questi ultimi due anni le interruzioni sono frequenti per motivi legati alla qualità, quindi interruzioni non prevedibili al potabilizzatore.

L'amministratore unico di Abbanoa Alessandro Ramazzotti, il direttore Generale Sandro Murtas, assieme all'intero staff tecnico, nell'incontro col consiglio comunale di Macomer, hanno ribadito che la riattivazione non comporterà danni alla comunità scanese, che manterrà invariato tutto ciò che adesso ha in essere.
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