Il nuovo piano industriale di Unicredit, denominato 'Transform 2019' e che verrà presentato stamane a Londra, prevede un sostanziale miglioramento della struttura di capitale del gruppo.

Per riuscire a portare il Cet1 fully loaded dal 10,8% del 30 settembre a oltre il 12,5% al 31 dicembre 2019, si prevede un aumento di capitale in opzione da 13 miliardi di euro, da sottoporre all'approvazione di un'assemblea straordinaria degli azionisti convocata per il 12 gennaio 2017, interamente garantito in termini di ammontare da parte di un consorzio formato da primarie banche internazionali che hanno sottoscritto un pre-underwriting agreement ai sensi del quale si sono impegnate - subordinatamente a condizioni in linea con la prassi di mercato per operazioni analoghe - a sottoscrivere un underwriting agreement avente per oggetto la sottoscrizione delle nuove azioni eventualmente non sottoscritte all'esito dell'asta dei diritti inoptati, fino a concorrenza di 13 miliardi di euro. Non è previsto nessun pagamento di dividendi per il 2016, con una politica di distribuzione dei dividendi cash per gli anni successivi del 20-50%.

A ciò si aggiungono le cessioni già concordate dell'intera partecipazione in Pekao e Pioneer, oltre alla cessione già finalizzata dell'Ucraina e della partecipazione di UniCredit del 30% in Fineco, che contribuiscono a un aumento di 164 punti base al coefficiente Cet1 fully loaded.

Unicredit prevede inoltre "ulteriori 6.500 esuberi netti entro il 2019, per una riduzione totale netta di circa 14.000 unità entro il 2019, con un risparmio dei costi per il personale pari a 1,1 miliardi di euro".

"Un'ulteriore riduzione degli altri costi operativi di 600 milioni di euro permetterà al Gruppo di ottenere un risparmio sui costi ricorrenti annui totali netti pari a 1,7 miliardi di euro, ottenendo una base di costi di circa 10,6 miliardi di euro nel 2019, in discesa quindi rispetto ai 12,2 miliardi del 2015; la maggior parte dei risparmi sarà conseguita nei primi 24 mesi".

Unicredit inverte la rotta, e dopo un avvio molto pesante, ora guadagna in scia alla presentazione del piano al 2019 e quota a 2,47 euro a +1,98%.
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