Potrebbe sembrare un arresto come tanti. Un posto molto conosciuto alle forze dell'ordine - via Seruci, Is Mirrionis, Cagliari - uno spacciatore pregiudicato che continua a vendere la sua merce dal suo appartamento.

In realtà l'arresto di Marco Mura, sessant'anni, rivela il modo in cui oggi tenta di proteggersi uno spacciatore che opera in un contesto costantemente all'attenzione delle forze dell'ordine.

Il suo appartamento era infatti protetto da una porta blindata rafforzata con una catena d'acciaio cementato lunga un metro e mezzo ancorata al muro. Un sistema che consentiva di aprire la porta il tanto giusto per cedere la droga ai consumatori e nel contempo proteggersi nel caso qualcuno volesse prendersi troppa confidenza.

Non solo: la porta era dotata di uno spioncino digitale, una sorta di telecamera grandangolare in grado di inquadrare chiunque transitasse nel pianerottolo e nell'appartamento c'era un sofisticato rilevatore di microspie di fabbricazione israeliana. Un sistema in uso ai servizi segreti.

Nonostante la casa fosse superprotetta, gli agenti del reparto prevenzione crimine sono riusciti a fare irruzione nel palazzo e alle otto del mattino a entrare nel palazzo.

Approfittando del momento in cui Mura ha aperto la porta per consegnare una dose di droga, gli agenti sono riusciti a non far chiudere il portoncino e hanno intimato all'uomo di aprire. Prima di farlo, lo spacciatore ha tentato di liberarsi della droga gettandola nel water senza riuscire però ad evacuare.

Per la cronaca sono state trovate 155 dosi di eroina e cocaina, 7.600 euro in contanti e materiale per il confezionamento della droga.

Marco Mura è stato rinchiuso in una cella del carcere di Uta.
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