Più di mille atleti russi impegnati in specialità olimpiche o paralimpiche sono coinvolti o hanno beneficiato di coperture istituzionali per nascondere test positivi a sostanze dopanti.

È quanto emerge dalla seconda relazione della WADA (World Anti-Doping Agency) presentata dall'avvocato canadese Richard McLaren.

"Siamo ora in grado di confermare un sistema di coperture che risale almeno al 2011 e che è proseguito anche dopo i Giochi olimpici di Sochi", ha detto McLaren.

Un sistema che si è evoluto nel tempo, spiega l'avvocato canadese, fino a diventare "una vera e propria cospirazione istituzionalizzata e disciplinata che puntava a vincere le medaglie".

Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino. "Siamo pronti a proteggere in maniera incondizionata e vigorosa gli interessi dei nostri atleti, che non hanno nulla a che fare con il doping", ha detto il portavoce Dmitry Peskov.

Intanto il Cio ha annunciato che effettuerà nuovi test su tutti i 254 campioni di urina raccolti da atleti russi alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014.
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