Si è inventata tutto la donna di 30 anni originaria di un paese vicino a Olbia che ieri pomeriggio aveva denunciato ai carabinieri di essere stata aggredita e rapinata in casa, in un residence di Porto Rotondo dove stava trascorrendo un week end di vacanza con il fidanzato.

Era stata trovata a terra priva di sensi, legata e sporca di sangue, proprio dal fidanzato, figlio di una facoltosa famiglia di commercianti, che era rientrato a casa dopo una mattinata trascorsa a pescare.

La donna si sarebbe legata da sola e avrebbe attuato la clamorosa messa in scena per attirare l'attenzione del compagno temendo che la volesse lasciare.

Aveva anche raccontato che due persone l'avevano aggredita, pungendola con una siringa e narcotizzata, e si erano impossessate di 10 mila euro che si trovavano in casa.

Lo stringente interrogatorio cui la donna è stata sottoposta ha fatto emergere tutta una serie di incongruenze per cui alla fine la vittima della presunta aggressione è crollata confessando di essersi inventata tutto e ha consentito anche di far recuperare i soldi che erano spariti dalla casa.

Ora scatterà l'incriminazione da parte del pubblico ministero Angelo Beccu per simulazione di reato.

L'operazione dei carabinieri che ha portato a chiarire i contorni di tutta la vicenda ha visto impegnati decine di militari che hanno sottoposto a diversi interrogatori numerose persone compresi alcuni operai che lavorano nella zona.

Il luogo della finta aggressione è vicino alla sede del Consorzio Porto Rotondo la cui sede è presidiata da alcune guardie giurate.
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