Gabriella Fabbiano, la 43enne ritrovata morta lunedì dentro il laghetto di una cava di Cernusco sul Naviglio (Milano), è stata uccisa con un colpo di pistola alla testa.

È quanto rivela l'autopsia effettuata sul corpo identificato ieri: il colpo è stato esploso dietro l'orecchio destro e il proiettile è rimasto incastrato nel cranio.

La donna era stata ritrovata avvolta in un telo bianco, stretto con delle cinghie per tapparelle e fil di ferro, e indossava un pigiama.

Sul caso continuano le indagini e oggi i carabinieri hanno notificato un avviso di garanzia nei confronti di Mario Marcone, l'ultimo compagno della donna.

Ma in ambienti investigativi trapela l'ipotesi che ad agire siano state più persone.

Vista l'assenza di una denuncia di scomparsa, non si sa quanto il corpo sia rimasto in acqua mentre appare scontato agli inquirenti che per trasportarlo e buttarlo nelle acque gelie non siano bastate due sole braccia.

Una deduzione che nasce anche vista la difficoltà per superare la recinzione e il cancello che impedisce a chiunque l'accesso alla cava.

E secondo una prima ricostruzione la donna - che viveva di piccoli lavori saltuari, con un matrimonio fallito alle spalle e due figli con cui non aveva più rapporti - non è morta nel suo appartamento in centro a Cernusco, ma nell'abitazione di chi poi ha dovuto disfarsi del corpo senza vita.
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