Da Lecco, dove era residente, una donna albanese era partita col figlio più piccolo per andare in Siria e arruolarsi tra i miliziani dell'Isis, lasciando in Italia il marito e altre due figlie.

La combattente, che aveva seguito un percorso di radicalizzazione islamica durato alcuni mesi, è ora destinataria di una misura cautelare in carcere dopo la denuncia presentata dallo stesso marito.

Dalle indagini è emerso che la militante visionava video e altro materiale propagandistico pubblicato dallo Stato islamico sul web e nel 2014 aveva infine deciso di partire, forse anche per unirsi in matrimonio con un altro uomo, un macedone già combattente del Califfato.

Per raggiungere la Siria, hanno appurato gli inquirenti, era andata prima in Turchia, poi si era unita a un nucleo familiare arrivato dalla Bosnia; i tentativi del marito di avere un contatto con lei, anche per avere notizie del bambino, si sono sempre rivelati inutili.

"Mandami il figlio e poi tu stai e fai quello che vuoi", era la richiesta dell'uomo, alla quale la moglie aveva risposto con: "Tanto moriremo lo stesso".

E in una conversazione col padre, il bimbo aveva manifestato la sua paura "perché ci sono gli aerei che sganciano le bombe", e aveva raccontato che la mamma "si veste come un ninja".

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA DA PARTE DELLE AUTORITÀ - VIDEO:

© Riproduzione riservata