Erano pronti a sistemare droga nella macchina del malcapitato di turno. O a incastrarlo con l'alcoltest in cambio di 10mila euro.

I carabinieri "infedeli" di Mogoro pianificavano ogni dettaglio in collaborazione con alcuni investigatori privati.

È quanto emerso oggi nel processo che vede sul banco degli imputati Mario Arnò e Massimiliano Mazzotta che, 4 anni fa quando scattarono le manette per il comandante della compagnia di Mogoro Biancheri e alcuni investigatori, erano rispettivamente maresciallo e appuntato al nucleo radiomobile.

L'inchiesta sulle intercettazioni illegali in accordo con alcuni detective fece molto scalpore e per alcuni dei protagonisti è ancora aperta.

Arnò e Mazzotta (assistiti dagli avvocati Franco Villa e Veronica Dongiovanni) devono rispondere delle accuse di peculato, estorsione e falso.

Nel processo si sono costituiti parte civile Ugo Zucca e Massimiliano Stella (difesi da Rossella Oppo e Rita Chiara Furneri).

Il processo proseguirà il 10 gennaio.
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