Buoni ma cari, carissimi I ricci di mare tra non molto diventeranno una prelibatezza per pochi. La strategia scelta per preservare i pochissimi esemplari presenti nei fondali del Sinis è farli pagare al consumatore almeno 140 euro al chilo, il doppio rispetto al prezzo storico.

Lo hanno deciso gli operatori che, vista la scarsa quantità di esemplari presenti, vogliono dimezzare la raccolta ma raddoppiare il prezzo.

Tradotto meglio: se il cosiddetto "oro spinoso" costerà di più, la richiesta sarà molto meno. Ciò vuol dire che i pescatori preleveranno meno ricci salvaguardando la specie.

Per loro comunque il guadagno è garantito visto che il prezzo della risorsa raddoppierà.
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