Il segnale più forte, dopo i post violenti sui social, è arrivato nel cuore della notte, a Santa Reparata.

Ha risuonato dentro l’edificio che, stando alle indicazioni arrivate al Comune di Buddusò, potrebbe trasformarsi presto in un centro di accoglienza per richiedenti asilo.

Qualcuno ha sistemato e fatto esplodere nell’immobile un ordigno rudimentale, preparato con gelatina da cava.

La struttura, un agriturismo chiuso da tempo, è stata pesantemente danneggiata dalla deflagrazione.

I Carabinieri della Compagnia di Ozieri hanno aperto le indagini con i rilievi tecnici all’interno dell’immobile.

Il movente dell’attentato appare chiaro.

La bomba contiene un chiaro messaggio, indirizzato, non tanto al sindaco Giovanni Antonio Satta (che in definitiva non ha alcun potere, nell’allestimento e gestione dei centri per i rifugiati) quanto, piuttosto, alla Prefettura di Sassari e al governo nazionale.

Il dieci ottobre scorso un attentato aveva semidistrutto l'ex scuola di Polizia penitenziaria di Monastir.
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