Non aveva esagerato. Credeva che il suo alunno avesse bisogno di un insegnante di sostegno e lo aveva fatto notare.

È stata pertanto assolta con formula piena una maestra delle scuole elementari di Uta finita a processo per abuso dei mezzi di correzione.

L’insegnante 59enne (di cui non pubblichiamo il nome per tutelare la privacy del minore) era stata denunciata nel 2010 dai genitori di uno scolaro.

La accusavano di aver denigrato il figlio di fronte alla classe, di avere messo in dubbio le sue capacità di svolgere autonomamente i compiti, e di avergli provocato un disturbo dell’adattamento, insonnia e ansia.

Dopo sei anni di indagini e quattro di udienze, ieri il giudice monocratico di Cagliari Andrea Deidda ha assolto con formula piena la docente difesa dagli avvocati Patrizio Rovelli e Antonella Soggiu: stando al verdetto, "il fatto non sussiste".

Nel corso del processo, alcuni esperti, e una commissione della Asl hanno accertato che il bambino aveva realmente un lieve ritardo. Doveva semplicemente essere aiutato un po’ di più. Inoltre, tante mamme, colleghe dell’imputata e direttrice dell'istituto hanno testimoniato a suo favore. Per chi lavorava accanto a lei non aveva mai esagerato e si era sempre rivolta al bambino con una condotta impeccabile.
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