Belle e sorridenti, con la speranza negli occhi. Molte donne, fra le giovani migranti ospiti del centro di accoglienza di Sant'Angelo, a qualche chilometro da Iglesias, arrivano dalla Nigeria. Quasi tutte, avvisano i gestori della struttura, provengono dalla terribile tratta delle schiave.

Schiave vuol dire prostituzione. Una prostituzione senza scampo che inizia in tenera età quando le organizzazioni criminali le costringono a vendere il loro corpo dietro la minaccia di armi e riti woodoo, dopo averle strappate alle famiglie d'origine. Chi è riuscita a liberarsene, forse, arriva in Italia con la speranza di cominciare una vita migliore. Invece, anche a Iglesias, l'emergenza migranti crea un allarme sociale che va oltre la sistemazione dei profughi.

La denuncia è arrivata ieri dal presidente della commissione ai servizi sociali Alberto Cacciarru che ha raccolto la preoccupazione dei cittadini, perché molte di loro continuano a prostituirsi anche in città. Ma la colpa, secondo il parroco don Giorgio Fois, è anche dei cittadini: "È vero che in città c'è il problema della prostituzione, ma chi ci va?"
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