L'annuncio della fine delle operazioni di smantellamento del campo profughi di Calais, nel nord della Francia, era arrivato nel primo pomeriggio da parte delle autorità transalpine, ma secondo alcune fonti di stampa locali lo sgombero non sarebbe ancora del tutto concluso, anche perché molti profughi starebebro tornando nella bidonville.

La scorsa notte, dopo che il secondo giorno di evacuazione della cosiddetta "Giungla" aveva portato - secondo i dati del ministero dell'Interno francese - alla "presa in carico" di oltre 4mila migranti in maniera pacifica, si sono verificati scontri tra profughi e polizia.

Tensioni che hanno portato alcuni occupanti della Giungla ad appiccare incendi. Alcune bombole a gas sono esplose e le fiamme hanno interessato la zona dei negozi all'entrata del campo.

Un siriano - ha riferito la prefettura - è rimasto ferito.

Nuovi incendi sono stati appiccati anche questa mattina.

"Tra i migranti è usuale bruciare le tende quando vanno via", ha spiegato il prefetto di Calais, Fabienne Bucco, precisando che gli avvertimenti delle forze dell'ordine per evitare ciò sono stati invani.

Tra gli oltre 4mila migranti fatti sgomberare ci sono anche 772 minori che sono stati trasferiti in un centro di accoglienza temporanea.

"Quello che sta accadendo a Calais è il bel volto Francia", ha affermato il primo ministro Manuel Valls. "È un'operazione umanitaria, condotta con fermezza, che si svolge tenendo conto di uomini e donne che sono in fuga dalla guerra e che cercano asilo".

Secondo gli ultimi dati, prima dell'avvio dello sgombero nella Giungla di Calais c'erano fra gli 6500 e gli 8mila migranti che speravano di raggiungere la Gran Bretagna.

LO SGOMBERO DEL CAMPO PROFUGHI - VIDEO:

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