Da una parte la protesta degli ambientalisti, che sabato mattina manifesteranno davanti all'inceneritore di Tossilo, dall'altra il dramma di 38 lavoratori, che rischiano di perdere il posto di lavoro.

Così riesplode la drammatica vertenza, che oggi ha visto la prima fase con i lavoratori riuniti in assemblea.

Buona parte di questi lavoratori, considerati in esubero, dopo la fermata degli impianti avvenuta a febbraio, dal prossimo 31 dicembre rischiano di non avere nessuna tutela, giacchè scade il contratto di solidarietà.

Tutti in prima linea però per difendere l'impianto, anche a fronte della protesta prevista sabato mattina.

Tutti i 38 lavoratori dal febbraio scorso sono in contratto di solidarietà, quindi lavorano soltanto 22 ore settimanali.

“I comitati manifesteranno? Sono liberi di farlo- dicono in coro i lavoratori- Anche noi però abbiamo il diritto di campare. Non ci dicano però menzogne sulle emissioni, che sono al di sotto dei limiti di legge”.

Proprio sulle emissioni reali, i sindacati hanno deciso di fare tutte le rilevazioni on line.

I ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato però hanno fatto finora tardare di sei mesi l'avvio dei lavori per il nuovo impianto. Il riavvio era previsto fra tre anni e mezzo.

Di questo passo però i tempi rischiano di allungarsi ulteriormente, con un forte danno per gli operai. “Noi vogliamo lavorare- dice Franco Cappai, esponente della Uil- non ci dicano balle sull'inquinamento e non ci dicano che sono diminuiti i rifiuti.

Per un presunto risparmio, tanti comuni conferiscono tutto in discarica, senza passare nella preselezione e senza alcun trattamento.

Operazioni che seguiamo dopo che sono stati fermati i forni. Fra la l'altro l'Unione Europea impone la chiusura delle discariche”. All'assemblea vi hanno partecipato gli esponenti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, oltre di Fiadel.

La manifestazioni degli ambientalisti è in programma sabato mattina alle 10.30.
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