Diciotto anni di carcere.

È questa la pena a cui le autorità iraniane hanno condannato Robin Shahini, attivista con cittadinanza iraniana e statunitense, con l'accusa di "collaborazione con un governo ostile".

A riferirlo è lo stesso Shahini dal carcere di Evin, a Teheran, dove si trova rinchiuso, dopo la lettura della sentenza.

Originario di San Diego (Stati Uniti), era stato arrestato lo scorso 11 luglio a Gorgan, nel nord della Repubblica islamica, mentre era in visita alla famiglia perché reo di aver denunciato sui social network le violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità iraniane.

La sorella aveva riferito della sua scomparsa a inizio luglio, sostenendo che fosse stato arrestato per quanto scritto su internet.

Il 18 ottobre sono stati condannati in Iran a 10 anni di carcere altri due cittadini con doppia nazionalità iraniana e statunitense, l'imprenditore 40enne Siamak Namazi e suo padre Baquer Namazi, un ex dipendente dell'Unicef, sempre con l'accusa di "collaborazione con l'ostile governo americano".
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