Nella prima settimana di offensiva contro lo Stato islamico a Mosul, sono 5.070 le persone che hanno abbandonato le loro case nella provincia di Ninive. Lo afferma l'ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), il cui portavoce Karim Elkorany parla di un numero "moderato" e "gestibile".

La maggioranza di queste persone, ha detto, ha cercato rifugio nei villaggi vicini alla città di Qayyara, a 55 chilometri da Mosul, mentre una parte si è indirizzata nei campi per sfollati a Dabaqa, a sudest di Mosul, e Zelikan, a est della città.

La "situazione è incerta", ha però aggiunto il portavoce, e bisogna prepararsi al peggio. Inoltre, a causa dei cambiamenti continui negli scontri ci sono persone che fuggono e poi tornano nelle proprie case, una volta tornata la calma. Secondo l'Ocha, saranno 200mila gli iracheni che nelle prossime settimane fuggiranno, ma nel peggiore dei casi il loro numero potrà salire a un milione. In un comunicato, l'ufficio Onu spiega di aver accesso "limitato" alle zone riprese dalle forze irachene e curde peshmerga, così come alle persone che sono state coinvolte nel conflitto.

I campi profughi esistenti e in costruzione potranno ospitare sino a 418mila persone, precisa l'Ocha. Inoltre 70mila abitanti di Mosul e dei suoi dintorni, secondo le previsioni, avranno bisogno di rifugi di emergenza, mentre negli scontri saranno coinvolti in totale tra 1.200 e 1.500 persone.

Ieri l'esercito iracheno ha cacciato l'Isis da un villaggio a sud di Mosul: l'arrivo delle truppe di liberazione è stato accolto con una festa.

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