L'Autorità nazionale anticorruzione ha dato il suo parere sul caso di Salvatore Romeo, il "fedelissimo" del sindaco di Roma in quota Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi, su cui si è scatenata una bufera per lo stipendio triplicato dopo l'incarico a capo della segreteria del sindaco.

Era stata la stessa Raggi a ricorrere all'Anac per ottenerne un parere sulla possibilità di utilizzare lo strumento dell'assunzione per personale già alle dipendenze del Comune e se, in questo caso, si potesse corrispondere un trattamento simile a quello dirigenziale.

L'anticorruzione ha risposto a settembre rimarcando la "necessità di previa disciplina" di un "Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi" interni al Comune per regolare l'applicazione generica dell'articolo 90 del Tuel (il testo unico sugli enti locali), ovvero la norma che disciplina gli uffici di supporto agli organi di direzione politica.

Il Regolamento dovrebbe fissare i "paletti" e stabilire i casi come, appunto, quello di Romeo, ma in Campidoglio una regola di questo tipo non esiste nel Regolamento attuale e ciò getta ombre sulla posizione del segretario; è anche vero però che l'Anac invita ad adottare, per la retribuzione di questi contratti a tempo determinato, "criteri di ragionevolezza e buon andamento".

Il fatto che lo stipendio di Romeo fosse stato prima triplicato poi sforbiciato (da 100mila e 93mila euro) sembra scontrarsi con i criteri indicati dall'Anticorruzione.
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