Maurizio è un battitore libero. Raccoglie i pomodori, pota il vigneto, carica le cassette nel furgone. Gli rimproverano, i compagni del capo di sopra, di pensare troppo al Cagliari. Ma sono sempre pronti a "perdonarlo": in fondo, la sua casa si affaccia lì, davanti allo stadio.

Benvenuti a Olmedo, campagne di Talia. Maurizio è uno dei diciotto ragazzi che, ogni mattina, scende in campo tra il vigneto e un grande spazio destinato al prato a rotoli («Ricorda tanto il Sant'Elia!»), quello che si trapianta nei giardini ma anche negli stadi. In mezzo ci sono l'orto e le serre. Davanti, i capannoni destinati al confezionamento dei prodotti raccolti con una cura maniacale. Aggettivo che, vista la simpatia del gruppo, non offenderà nessuno.

«Il nostro è un progetto riabilativo», racconta Maria Giovanna Salis, uno dei due angeli custodi. «Progetto», spiega meglio, «che rientra nel quadro delle nostre opere di riabilatazione».
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