I cittadini del Canton Ticino, in Svizzera, hanno approvato in un referendum che si è tenuto oggi l'iniziativa popolare denominata "Prima i nostri", con cui si chiedono maggiori restrizioni per i lavoratori stranieri.

La consultazione, che è stata proposta dal partito di destra Udc, è passata con il 58% dei sì e il 39,7% dei no.

La stampa locale riporta però che laffluenza si è fermata intorno al 45%. L'iniziativa chiede che nel mondo del lavoro, a parità di qualifiche professionali, venga privilegiato chi vive sul territorio.

Un no ai lavoratori frontalieri, soprattutto a quelli che arrivano dall'Italia, che ha scatenato reazioni nel nostro paese e minacce di ritorsioni di carattere politico.

LE REAZIONI - Secondo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il "referendum anti frontalieri non ha per ora effetti pratici, ma senza la libera circolazione delle persone i rapporti Svizzera-Ue sono a rischio".

"È prima di tutto un problema Europeo e poi nazionale", dichiara Stefano Maullu di Forza Italia. "Non possiamo essere un'Unione solo quando Frau Merkel deve fare le sue guerre personali contro i Russi. Dobbiamo esserlo anche quando, come in occasione di questo Referendum, la Svizzera dichiara unilateralmente guerra commerciale all'Italia. Su questo interpellerò direttamente il presidente Juncker con un'interrogazione. Gli domanderò se siamo ancora un'unione e se vorrà far intervenire tutto il peso commerciale dell'Ue", aggiunge.

Non fa sconti nemmeno il governatore della Lombardia Roberto Martoni: "Il Canton Ticino ha votato per bloccare l'ingresso a decine di migliaia di lavoratori lombardi (Llavoratori, non immigrati clandestini) che ogni giorno attraversano il confine per lavorare (regolarmente) in Svizzera. L'esito del referendum è chiaro: il popolo sovrano si è espresso, viva la democrazia diretta. Accettiamo l'esito del referendum, naturalmente, ma vigileremo perché ciò non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi o (peggio) nella introduzione di discriminazioni o violazioni delle norme che tutelano i nostri lavoratori. A partire da domani, dunque, la Regione Lombardia predisporrà le adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori".
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