Parlamentari sardi, cittadini furiosi, sindaci portavoce del loro malumore, Comitati e associazioni ambientaliste. L'appuntamento era per le 10 di stamattina nella zona artigianale di Gonnosfanadiga, l'argomento era solo uno: la costruzione di due impianti solari termodinamici nelle campagne di diversi paesi del Medio Campidano e della provincia di Cagliari.

In totale, 500 ettari di specchi solari con fondazioni in cemento armato tra Decimoputzu, Gonnosfanadiga, Guspini, Villacidro e Villasor, tutti in terreni agricoli che, quando i proprietari non hanno voluto vendere, rischiano ora di essere espropriati a privati per darli a un altro privato: la società che vuole realizzare l'investimento.

Il no è stato corale, senza eccezioni. Sarebbe stato interessante sentire il parere di qualche consigliere regionale, ma è la categoria di politici che, all'incontro di Gonnosfanadiga, stamattina nemmeno si è fatta vedere. La lotta sarà portata a livello statale, ma si chiede alla Regione, in particolare al presidente Francesco Pigliaru, di prendere posizione contro i mega-impianti.
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